Sensei Pierre-Jean Boyer (intervista biografica)

    Sensei Pierre-Jean Boyer è nato a Fondouk (Algeria) il 16 novembre 1951. È segretario delll'Associazione Mushinkai. È stato assistente del Maestro Murakami. L’abbiamo intervistato sul suo percorso di karateka.



    D- Ci parla dei suoi inizi nel karaté ?


    Ho cominciato Karaté nel 1970 con il Maestro Murakami in una piccola palestra nella cantina di un palazzo di abitazioni a Meudon-la-Forêt.


    Il club era formato da pochi praticanti e fra l’altro comprendeva una sezione di Judo e di Aïkido.


    La mia scelta si è posata sul Karaté a seguito della descrizione del responsabile della palestra che aveva presentato lo stile di Karaté praticato come qualcosa di molto duro.


    Tre allievi del Maestro Murakami si davano il cambio per insegnare. Si trattava di Byrioukoff, Léonetti e Quang.


    Gli spogliatoi erano al piano di sotto alla palestra degli allenamenti. Alla fine del primo corso sono dovuto scendere dalle scale appoggiandomi ai due corrimano, tanto mi facevano male le gambe !


    Molto assiduo in quel periodo, sono passato presto a cintura verde.


   Spesso mi è capitato di insegnare al posto degli istruttori che non sempre potevano spostarsi nella lontana periferia.


    È così che ho visto per la prima volta un volantino che annunciava lo stage di Sérignan di luglio 1971.


    Più tardi il club è stato trasferito in una costruzione apposita proprio davanti a casa mia. Il responsabile di quel club, che aveva bisogno di mettere a frutto i suoi investimenti, cominciava a vedere di cattivo occhio questa pratica piuttosto dura che scoraggiava i nuovi allievi (la sezione Karaté contava sempre 4 o 5 persone di cui alcune cercavano lo stesso la competizione).



    D- Praticavate mai con il Maestro Murakami ?


    Le visite piuttosto rare del Maestro Murakami erano sempre un avvenimento.

    Ho passato le prime settimane delle mie vacanze a lavorare (in una cantina ad attaccare francobolli sulle buste) per potermi comprare una tenda e tutto il materiale per il campeggio.


    Ed eccomi partito per Sérignan in Volkswagen con una cintura bianca o gialla del club, non ricordo più.


    « Sérignan » non era quello che è diventato oggi : era un campeggio molto rustico, familiare ma il celebre Patio esisteva già. Tutti i praticanti erano in tenda, anche il Maestro, in un luogo desertico che corrisponde alla strada dove oggi ci sono gli spazi riservato alle tende.


    praticanti mangiavano al Patio : ciascuno si faceva la sua “pappa” sui fornelli a gas.




Sérignan 1985

    D- Com’ era l’atmosfera a Sérignan-Plage in quel periodo?


    Per quanto ricordo esisteva una certa distanza fra le cinture nere e gli altri, o forse era dovuto alla mia timidezza.


    Quel primo Sérignan si svolse a un ritmo che non mi lasciò l’impressione di qualcosa di molto duro. Avevamo anche preso l’abitudine di andare al Patio tutte le sere a ballare: certo ero giovane.


    L'atmosfera durante i passaggi di grado a fine stage era per gli spettatori praticanti, meno distesa. Così mi sono fatto riprendere dal maestro perchè mi ero disteso sull’asciugamano per guardare gli esami « Non siamo al mare qui » mi rimproverò !


    La sveglia era assicurata dai praticanti stessi che verificavano che nessuna cintura pendesse dai picchetti delle tende: un modo per essere sicuri che tutti fossero svegli e in kimono !


    Al mio ritorno, mi sono iscritto al club di Boulogne nel quale il Maestro insegnava di persona. L’anziano allievo che meglio ricordo è Vincent Corso. E in questo club che sono diventato cintura viola.


    L'Associazione, antenata del Murakami-Kaï, si chiamava FNSCKK, Federazione Nazionale Sportiva e Culturale di Karaté-Kendo.


    Il sabato mattina, il dojo era aperto per coloro che volevano praticare da soli. Non ricordo di aver partecipato agli stage di dicembre ma forse non esistevano ancora.



    Q- Si ricorda della pratica a quei tempi ?


    Certi ricordi sono ancora molto presenti come il lavoro in tai-sabaki o il fatto di indietreggiare 1/3 di passo e avanzare 2/3 nelle difese in ippon-kumite.


    L’atmosfera era molto seria e la disciplina molto rigida.


    Alla fine del 1971, inizi 72, il Maestro Murakami fece una dimostrazione con una quindicina di allievi a Coubertin. Mi ricordo di un Taikyoku Shodan eseguito con una bella armonia dall’insieme degli allievi scelti. Purtroppo non ho partecipato : dovevo essere solo cintura verde o appena viola.


    All’inizio dell’anno scolastico 1971/1972, sono dovuto partire per Marsiglia per i miei studi da Architetto, ma prima feci il mio secondo stage a Sérignan.


    Penso che sia durante questo secondo stage che mangiavo spesso con il Maestro, invitato da una coppia franco-vietnamita che aveva portato il necessario dall’Asia per i pasti, compresi dei sacchi di riso.


    E stato proprio in questa occasione cha non mi sono svegliato il giorno della foto di gruppo. Infatti quella mattina, sentii delle voci e pensai che fossero i praticanti che si recavano all’allenamento : invece ne tornavano. Fortunatamente per me, la mia assenza era passata inosservata !




    D- Perchè lei, allievo del Maestro Murakami, si ritrovate a praticare con il Maestro Harada ?


    Arrivato a Marsiglia, mi fu difficile trovare un club di Shotokaï. Dopo un breve passaggio nell’inevitabile club sulla cannebière del M. Boutros, personnaggio sgradevole che cominciò a criticare il Maestro Murakami (che avrebbe abbandonato la Shotokan per paura dei combattimenti !) poi la scoperta del club dei giovani Lupi diretta dal M Lastère. Arrivai a corso iniziato e la visione della ginnastica mi convinse subito che doveva trattarsi di un club Shotokaï.


    Fui accolto da Alain Hagopian che non capì le mie spiegazioni e pensò che mi presentassi come allievo del Maestro Egami.


    Feci presto amicizia con Alain Hagopian e con un altro allievo : Christian Roche (che ritrovai parecchi anni più tardi al club di via Mercoeur).


    Questo club era in effetti portato avanti da allievi del Maestro Harada.


    Fu un anno di allenamenti intensi, praticamente quotidiani, associati ad una dieta macrobiotica un po’ eccessiva.


    Era l’epoca in cui spesso dormivamo nel mio appartamento e ci svegliavamo la notte per fare seiza.


    Passavo il 2° kyu nel 1973.


    La pratica degli allievi del Maestro Harada dava una smisurata importanza alla fatica fisica a scapito della tecnica stessa. Durante i diversi stage (Chalon, Mâcon, Marsiglia), le lunghe sessioni in kiba-dachi, i seiza dolorosi, le pratiche in luoghi oscuri (con candele dal M. Javon), le nottate nel dojo.. erano pratiche quotidiane.


    Quando il Maestro Harada veniva in Francia prendeva ad esempio gli allievi di Marsiglia, che erano i soli a poter praticare i saltelli su lunghe distanze.


    Praticavamo il Bo senza troppa tecnica : ne avevo costruito uno che possiedo ancora.


    Già allora alcuni praticanti del gruppo cominciavano ad orientarsi verso lo Shintaido. A Marsiglia, alcuni stage si svolgevano sulla spiaggia, la notte con midare in acqua.


    A. Schneider venne una volta ad uno stage e provò a ridicolizzare il nostro insegnante per meglio asserire la sua autorità.


    Poi l’estate 1973, sono partito per raggiungere Christian Roche a Londra per un mese, per allenarmi al Dojo del Maestro Harada. Era un piccolissimo dojo scuro. Il lavoro era piuttosto statico e sembrava lontano dalla pratica larga e ampia dello Shintaido verso cui tendevano gli allievi francesi. I movimenti erano brevi con molta ricerca sul Ki.


    Gli allenamenti terminavano sempre con diverse birre in compagnia del Maestro.


    Alla fine del soggiorno, mi diede delle direttive per il lavoro da eseguire nel nostro club marsigliese.


    Forse le comunicai con poco tatto e questo irritò il nostro insegnante che rifiutò di accettarle. Lasciai allora il club.


    Scrissi una lettera al Maestro Harada che naturalmente non mi rispose.



    D- Poi in quale club siete andato ?


    A partire da qull’anno fino al 1979 (a parte qualche lezione data in Algérie dove per 18 mesi ho avuto una cooperazione tecnica) non ho più praticato il Karaté : 7 anni persi !


    Torno quindi a Mercoeur alla fine del ‘79 per chiedere al Maestro Murakami la possibilità di ricominciare. E ricomincio da 3° kyu. Devo riadattarmi, perdere le mie abitudini acquisite con gli allievi del Maestro Harada.


    Il Maestro Murakami mi sconsiglia di partecipare allo stage di dicembre, troppo vicino alla data del mio ritorno !


    Naturalmente non ritrovo più tutti quelli che avevo conosciuto ma solo Quang, Corso, Byrioukoff, (Léonetti era stato ucciso in una rissa).


    I movimenti sembrano meno fluidi di quelli cha facevamo a Marsiglia, ma più ampi, più profondi : la disciplina è sempre molto rigida. Gli anni passano ritmati dagli stage di Dicembre, Maggio e Sérignan e dai passaggi di grado.


    Il ritmo di lavoro imposto dalla mia azienda e i frequenti spostamenti in provincia rendono a volte difficili una presenza assidua.


    I ritrovo Alain Hagopian allo stage di Sérignan del 1980 poichè aveva scelto di seguire il Maestro Murakami con una parte del gruppo del Maestro Harada


    Nell’edizione del 1982, rimango sorpreso dai discorsi di Quang che mi invita al suo bungalow per criticare l’atteggiamento del Maestro Murakami ! non ero abituato a questo tipo di comportamento !



Luís de Carvalho e Pierre-Jean Boyer. Sérignan 1989



    D- Ha insegnato ai corsi del sabato del Maestro, riservati agli assistenti ?


    Si, nel 1985. dopo qualche anno, sono designato per assistere il Maestro nei corsi presso la Cité Universitaire, ai quali non riusciva a recarsi frequentemente. Molti allievi stranieri sono in Francia per 2-3 anni di studio, il turn over è importante. Tuttavia è un’esperienza gradevole.


    Solo al Sérignan del 1981 non ho potuto fare da assistente per motivi professionale e, parte di quello del 1988 a causa di movimenti intempestivi di quella che sarebbe stata la mia futura bambina.


    Sérignan è sempre un grande momento di oblio del resto del modo, di ascetismo forzato e accettato, di relazioni amichevoli. Questi Serignan furono anche la grande occasione di scoprire i futuri amici italiani e organizzare pasti collettivi animati.


    Anno dopo anno, i celibi sono diventati sempre meno : compagne, mogli e bambini rendono un po’ più complicata o più corta la presenza allo stage.


    Ciò nonostante l’età media sembra aumentare : bisognerà riflettere sulle ragioni. Nonostante l‘età, l’impegno durante gli allenamenti resta lo stesso, mentre alcuni « anziani » ci avevano avvisati : « attenzione, arrivati ad una certa età non ci si può più allenare tanto intensamente » Ma a quale età ?



    D- Ha partecipato al viaggio in Giappone con il Maestro Murakami nel 1986 ?


    In effetti nel 1986 ho avuto la fortuna di poter partecipare al viaggio in Giappone organizzato dal Maestro Murakami. Fu un occasione di grande avvicinamento con il Maestro e un’opportunità di incontro molto conviviale con praticanti sconosciuti. E’ vero che non ho mai cercato questa vicinanza con il Maestro, forse per timidezza, ma forse anche perchè mi impressionava enormemente.


    Ho il ricordo di una serata memorabile con un centinaio di partecipanti, seduti in seiza, in presenza della signora Egami. Ho percepito bene tutti i sentimenti di amicizia e di rispetto reciproco che li animavano entrambi, come la maggior parte dei giapponesi che ci hanno ospitato. Il Maestro era già malato ma lo sentivo felice e galvanizzato dagli apprezzamenti di considerazione di cui era l’oggetto insieme al suo gruppo. Ciò nondimeno i dissensi in seno allo Shotokaï giapponese erano ben visibili e la posizione del nostro gruppo molto chiara.



Pierre-Jean Boyer in kumité con Michel Hsu a Sérignan-Plage (1971)



    D- come ha vissuto il dopo Maestro Murakami ?


    Durante l’ultimo stage di Sérignan organizzato in vita dal Maestro ma in sua assenza, ho fatto parte delle persone da lui designate per assicurare il ruolo di assistente e dirigere due gioni di stage. Fu un grande onore per me, ma anche una gran apprensione : non me lo aspettavo data la differenza che mi separava da Luís de Carvalho e Jean-Marc Labat per cui mi sembrava incompatibile questo ruolo.


    Dopo la sua scomparsa mi è sembrato subito chiaro che solo Luís de Carvalho fosse abilitato a guidarci sul cammino tracciato dal Maestro Murakami.


    L ’ assenza di dubbi, questa certezza, non si basava solo su aspetti tecnici, ma sull’uomo in se e sulle sue qualità umane, poichè limitare il nostro karaté alla « bellezza » e all’efficacia di certi movimenti sarebbe riduttivo.

    D- Qual’è il suo ruolo nell’Associazione Mushinkai ?


    Ho fatto parte dei membri di giuria Shotokaï della FFKAMA per diversi anni, quando c’era un passaggio specifico per lo Shotokaï. Dal 2004, faccio parte dei giudici ufficiali per i passaggi della lega in regione Parigina.


    Sono inoltre segretario dell'Associazione Shotokaï Murakami dal 1989 e segretario dell'Associazione Mushinkai dalla sua creazione.

    Inoltre dal 1987 sono responsabile della pubblicazione della rivista Shoto. Non dirigo un club, cosa che sarebbe difficile con la mia attività professionale, ma mi alleno sotto la direzione di Luís de Carvalho nei suoi club parigini.



    D- Un ultimo commento conclusivo


    Recentemente un allievo mi ha chiesto, probabilmente data la mia età : « Ma quando smetterà ? ». è una domanda che non mi sono mai posto, e che non ha senso per me. Quindi non posso rispondere.



Intervista di Gérald Lefebvre.   


(Tradotto dall'francese al italiano da Isabelle Sebastiani)   

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