Une lettera del Maestro Egami


   Invitato da MURAKAMI, amico e collega del karate, ho viaggiato con lui da Maggio a Giugno in Europa. È stato un viaggio di piacere e la calorosa accoglienza degli amici di ogni paese mi ha profondamente toccato e mi ha lasciato un ricordo indimenticabile.


   A dire il vero, temevo il fatto di passare un mese in paesi stranieri con lingue, costumi, atmosfere e cibi così diversi dai miei. Tutte le preoccupazioni si sono dissolte appena atterrati in Francia. Ricevuti da persone amichevoli e accoglienti, abbiamo passato la prima notte in Europa in un lussuoso appartamento presso l'Etoile (Arco di Trionfo) da uno degli allievi di MURAKAMI, dove peraltro abbiamo soggiornato durante tutto il periodo, circondati dalla benevolenza e in un’atmosfera familiare.


   Ogni giorno, a turno, i compagni del Karate si sono occupati di noi: giovani, meno giovani, ciascuno ha messo la sua migliore volontà, senza dimenticare il mio amico MURAKAMI, che vive da tempo in Francia. Non ho parole per esprimere la mia profonda riconoscenza agli amici da cui ho percepito una vera comunicazione dello spirito attraverso la pratica del karate.


   Tutto ciò solo perchè pratico karate ? Cosa significa praticare? Cos’è il ”Karaté-Do” ? Cos’è il "Do" (La Via) ?


   Non c’erano frontiere, né di razza, né a maggior ragione professionali, né sociali fra gli amici accomunati dal "Do", non avevo per niente l’impressione di incontrare degli stranieri per la prima volta.


   Lo dico e lo scrivo ad ogni occasione, lo scopo o fine della pratica non è altro che la vera comunicazione, vale a dire arrivare in uno stato mentale in cui un corpo è unito all’altro.


   Espresso in questo modo, è possibile che ne dubitiate, ma non è forse l’espressione del cuore, di corpi uniti, la simpatia del cameratismo nella pratica del karate, quando si è accolti cosi amichevolmente da persone che si vedono per la prima volta?


   La pratica, lo dico sempre, è di pensare, immaginare ed esprimere gli insegnamenti dei nostri anziani. Il contatto fisico deve creare la corrispondenza mentale e lo spirito del vostro partner sarà captato dal vostro corpo. Nel Dojo, questo porta al "Sen" (anticipo) e ad esprimesi in modo indulgente e comprensivo nella vita. Dappertutto in Europa sono stato ricevuto con questo spirito, che considero immagine finale della pratica di una vita intera.


   La pratica non esiste solo come esercizio nel Dojo. In Estremo Oriente (Giappone compreso) c’è il detto "Soku-Ze-Dojo" che significa "dovunque tu sia, in qualunque momento, ogni istante è un esercizio ed ogni luogo un Dojo".



   In questo senso, gli Europei sono veri praticanti di Karate-Do e autentici ricercatori della Via.


   Ho potuto assistere a grandi assemblee e allenamenti in Francia, Italia e Portogallo. Innanzitutto sono rimasto colpito dalla sincerità dei praticanti. I loro occhi erano quelli di chi cerca la verità. Durante un colloquio, sono rimasto commosso dal loro desiderio così ardente e profondo di cercare la verità.


   Riguardo a dettagli delle tecniche è abbastanza normale che non siano ancora perfetti, ma la tecnica si può migliorare con il tempo e con buoni consigli; non è un problema fondamentale. L’essenziale sono lo spirito e l’atteggiamento.


   Ho grandi speranze nell’avvenire del Karate-Do in Europa, e tengo a ringraziare MURAKAMI che lo ha guidato fino ad oggi.


   Qual è stato il processo che ha portato le “gare” a diventare tendenza mondiale, facendo desiderare solo il combattimento ?


   Desidero che si rifletta sull’evoluzione del karate. Dallo "Yakusoku-Kumite" al "Jiyu-Kumite", dal "Jiyu-Kumite" al combattimento, e che si trovi il modo migliore per praticarlo. Non si tratta di fare paragoni, è necessario trovare la soluzione migliore.


   Più di mezzo secolo fa, il “Karate” del Maestro FUNAKOSHI è diventato "Karate-Jutsu", poi "Karate-Do", che è, ai nostri giorni il Karate-Do mondiale.


  Pensiamo a questo cammino ancora una volta e riflettiamo sulle parole del Maestro: “Non c’è combattimento nel Karate-Do".


  Al fine di arrivare alla verità assoluta, camminiamo insieme per creare un mondo al di sopra dei combattimenti, in una pratica ardente e sincera che aprirà il cammino del Karate-Do non come arma letale, ma come arma vitale.



Shigeru EGAMI   


Lettera scritta nel 1976 e pubblicata su SHOTO nel Dicembre 1981   


   (Tradotto dall'francese al italiano da Isabelle Sebastiani)   

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