Per tutti coloro che cominciano la pratica

   Il tempo di realizzare che l'anno nuovo è iniziato ed è già primavera. I giovani sono più entusiasti, come se pronti a scattare, è probabilmente il fuoco che brucia nelle loro energiche vite. Le persone vengono al dojo per ragioni diverse. Gli scolari sono generalmente spinti da studenti più grandi della loro scuola, oppure dall'opportunità che offre la scuola. I più grandi invece hanno visto l'insegna del dojo dalla finestra del treno, o l'hanno trovato durante una passeggiata, per caso, o ne hanno sentito parlare da amici. Le motivazioni per cominciare la pratica sono molto semplici: il desiderio di diventare più forti, sia fisicamente che mentalmente, o semplicemente il desiderio di seguire una moda. Queste sono le ragioni che spingono a muovere i primi passi verso la pratica.



   Che sia mantenimento o miglioramento della condizione fisica, ginnastica estetica o esercizi etici, le motivazioni sono varie, molto semplici e così devono essere. Tuttavia quando le persone diventano allievi, sorge inevitabilmente un certo nervosismo. Oggigiorno I dojo sono ovunque e si parla di karaté in televisione, per radio e nei fumetti. La gente ha l'impressione di sapere molto sull'argomento ma quando cominciano la pratica provano una certa tensione, che è totalmente normale quando si entra a far parte d un mondo nuovo. Tutti sono preoccupati quando intraprendono un cammino per scoprire qualcosa di nuovo. La cosa importante è affrontare le nuove circostanze con umiltà e spontaneità.


   Una volta abituati alla nuova esperienza, gli allievi sono veloci nel credere di aver capito tutto, danno interpretazioni personali e pensano di non aver più niente da imparare. La routine giornaliera diventa monotona e sembra quasi superflua, senza significato. Lo scopo della pratica ed i suoi frutti sono elementi che ciascuno afferra individualmente con il tempo, ciascuno a suo modo.



Karaté-Do Nyumon : Il libro di Maestro Egami (Giapponese)

   La comprensione è quindi personale e può essere raggiunta solo con l'impegno personale.


   All'inizio la pratica è mera imitazione che gradualmente diventa apprendimento, ed a sua volta interiorizzato a comprensione. Tutto ciò è chiaro a coloro che perseverano perché all'inizio il corpo non si muove nel modo che desideriamo, anzi spesso nel modo opposto. Gradualmente il corpo comincia a lavorare nel modo corretto e poco a poco gli allievi si muovono meglio, finchè raggiungono il momento in cui la reazione agli stimoli dell'avversario diventano movimenti naturali. Questo è ciò che succede e da qui emerge il problema del corpo e della mente. Vi chiedo di credere alle parole dei superiori e reprimere ogni preconcetto, si imitare le loro azioni e carpire la loro essenza facendola vostra, ciascuno a suo modo.


   La pratica è conoscenza di se attraverso la relazione con altri, è la vera conoscenza interiore ma anche uno strumento di sviluppo della conoscenza del proprio potenziale personale, un modo di arricchire la propria esistenza. Credo che la vita del karaté sia veramente eccezionale.


   Il suo contenuto inesauribile è profondo e misterioso e ciascuno di noi ha il dovere di scovarlo e assimilarlo. Senza mai fermarsi o accontentarsi. Come diciamo "non devi mai perdere lo spirito del debuttante". Vorrei che pensaste alla pratica come una vita di dedizione da affrontare sempre con serietà, passione, modestia, onestà e pazienza.


Shigeru Egami   


   (Tradotto italiano da Isabelle Sebastiani)   

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